
Quali Castelli vedere in Casentino
- Posted by Andreea
- On 27 Settembre 2021
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- Castel San Niccolò, Castelli dei Conti Guidi, Castello di Gressa, Castello di Poppi, Castello di Porciano, Castello di Romena, Castello di Valenzano, Castello Fronzola, Castelnuovo di Subbiano, Poppi
Il Casentino è la zona della Toscana con la più alta concentrazione di castelli, in passato infatti erano presenti circa 60 tra castelli, fortilizi, torri e borghi fortificati.
Oggi naturalmente ne rimangono molti meno ma sempre un numero importante. Sorgevano quasi sempre sulle colline più elevate, lungo arterie di collegamento a controllo e dominio del territorio. Quasi tutte le fortificazioni dell’alto Casentino sono appartenute alla dinastia dei conti Guidi, mentre da Bibbiena fino a Subbiano appartenevano alla famiglia dei Vescovi – Guidi della città di Arezzo.
I Castelli medievali in Casentino
- Castello di Poppi
- Castello di Romena
- Castello di Porciano
- Castel San Niccolò
- Castello di Gressa
- Castello di Valenzano
- Castello Fronzola
- Castello di Borgo alla Collina
- Castelnuovo
- Castello Cattani
Castello di Poppi
Quello che meglio si è conservato è il Castello di Poppi che sorge in posizione centrale e dominante sulla vallata. Nel giugno del 1289 è stato teatro di un importante avvenimento storico, qui si è combattuta la battaglia di Campaldino fra guelfi, prevalentemente fiorentini e ghibellini prevalentemente aretini alla quale parteciparono anche Dante Alighieri e Cecco Angiolieri.
La vittoria dei guelfi fiorentini portò alla progressiva affermazione dell’egemonia fiorentina in tutta la Toscana. Attualmente all’interno del castello è possibile visitare la cappella, il museo sulla battaglia di Campaldino, la biblioteca e il Centro di documentazione Giovanni Gualberto Miniati.
Castello di Romena
Più a nord della vallata troviamo il Castello di Romena risalente al XI sec e del quale anche il sommo poeta Dante Alighieri parla nel cantico XXX della divina commedia
“Ivi è Romena, là dov’io falsai la lega suggellata del Batista; per ch’io il corpo sù arso lasciai. (Maestro Adamo)”
Il nome Romena o Ormena è un vocabolo di origine etrusca, nella zona infatti sono stati ritrovati numerosi frammenti di vasi e utensili vari di uso domestico. Dell’antico castello sono arrivate ai giorni nostri tre torri, il cassero e parte delle tre cinte murarie. Si accede all’interno dalla porta Gioiosa o porta Bacia. Dopo i numerosi interventi di restauro, il castello di Romena è stato riaperto al pubblico nel 2007 e oggi è visitabile a pagamento e il costo del biglietto è di 4 euro.
Sul Castello di Romena abbiamo scritto un articolo dettagliato, eccolo
Castello di Porciano
Non troppo distante, più a nord, incontriamo il Castello di Porciano, fortificazione risalente all’anno 1000 situata nel comune di Pratovecchio Stia. Nel corso del XIII secolo, grazie ai Conti Guidi di Porciano Modigliana il castello venne monumentalizzato e venne costruita la grossa torre palaziale che ancora oggi domina la frazione di Porciano. Tra il XV e il XVIII secolo, purtroppo andò in contro a una progressiva rovina e solo nel 1799 venne acquistato, insieme al castello di Romena dai conti Goretti de’ Flamini, famiglia nobiliare romana.
A partire dagli anni ’60 del XX secolo il castello finalmente venne recuperato e subì un grosso lavoro di restauro grazie alla contessa Flaminia Goretti de’ Flamini e di suo marito George Anderson Specht. La loro unica figlia Martha Specht è ancora oggi proprietaria del castello e gestisce anche il museo allestito all’interno del castello dove è possibile visitare il salone di Dante, la sala di rappresentanza del castello e le collezioni ospitate ai piani inferiori dell’edificio: la raccolta di arnesi domestici e strumenti agricoli usati nella campagna circostante del Casentino nel XVIII e XIX secolo; l’esposizione dei reperti ritrovati durante i restauri del castello (ceramiche, vasellame e vetri risalenti fino al XIV secolo) e la documentazione fotografica sui restauri stessi; l’esposizione di reperti dei nativi americani provenienti dal Dakota del Nord (Stati Uniti) e facenti parte della collezione privata del colonnello Specht.
Da Porciano si gode di una vista spettacolare sull’intera vallata, in condizione atmosferiche favorevoli, infatti, si puo’ addirittura scorgere la piana dove sorge Arezzo.
Castel San Niccolò
Sull’altura del borgo di Strada invece troviamo il Castel San Niccolò già conosciuto come ‘Corte di Vado’ che da lassù domina la valle del torrente Solano. Le prime notizie di questo castello le abbiamo intorno all’anno 1029, fu una della più forti rocche della potente famiglia feudale casentinese dei conti Guidi da Battifolle. Dal 1221 il signore del castello fu Guglielmo Novello, il quale lasciò le redini al figlio Galeotto che portò, nel 1349 la popolazione stanca ormai della sua crudeltà e tiranni, alla rivolta insieme ad altri castelli vicini come quello di Montemignaio. Preso possesso del Castello, gli abitanti decisero di sottomettersi al potere della Repubblica di Firenze che fece così del borgo il capoluogo della nuova sede della podestà chiamata ‘Montagna Fiorentina’, nata dall’unione con i borghi di Montemignaio e Battifolle. Nel 1440 il castello venne messo di nuovo a dura prova, questa volta si trova sotto il duro assedio del condottiero Niccolò Piccinino. La crudeltà di questo lungo e sanguinario assedio è rimasta nella storia: chiunque cercasse di uscire da Castel S.Niccolò veniva catturato e scagliato con le briccole (catapulte) di nuovo all’interno causandone così la morte. Una volta conquistato il maniero, per vendicarsi della resistenza fatta, tutti gli abitanti furono impiccati lungo la cinta muraria. A seguito di questi fatti fu deciso da parte della Repubblica Fiorentina di smantellare tutti i castelli del Casentino. Oggi Castel San Niccolò è residenza privata e grazie ai suoi proprietari e all’accurato e lungo lavoro di restauro il castello è tornato al suo antico splendore. La parte più importante è il palazzo- fortezza che si presenta in buona parte ancora intatto anche se nella parte ovest è andato distrutto il giro delle mura.
All’interno della piazza d’armi possiamo ammirare una elegante loggetta, una cisterna e il camminamento di ronda ricostruito sul lato est che in alcuni punti presenta ancora la merlatura.
Ben conservata è anche la torre sud-est, aperta sul fronte interno, che probabilmente aveva delle gemelle agli angoli del recinto. La vista del castello da est è forse la l’immagine più potente di tutti i castelli del Casentino, il mastio sulla sinistra e le cortine murarie che lo circondano fino alle torre sud-est rendono questo castello davvero imponente.
Castello di Gressa
In località Gressa, a Bibbiena, invece troviamo il Castello di Gressa in posizione dominante sulla vallata del torrente Archiano. Il castello di Gressa fu edificato tra il X secolo e l’inizio dell’XI, per volere del vescovo Elemperto, capo della diocesi aretina. Dopo un lungo susseguirsi di numerosi proprietari attualmente il Castello è di proprietà dei principi Pentasuglia di Cuia d’Aragona.
Purtroppo oggi il castello si trova in un avanzato stato di degrado ma possiamo ancora osservare pochi tratti rimasti della prima cinta muraria a pianta poligonale irregolare dotata di una bella porta d’ingresso ancora in buone condizione grazie ad un recente lavoro di restauro. La seconda cinta muraria e concentrica alla prima e anche questa ha una forma irregolare assimilabile a un poligono ottagonale.
All’interno, sul punto più alto, troviamo una torre a pianta rettangolare che si sviluppa su tre piani e che un tempo aveva funzioni sia di residenza che militari. in alcuni punti le mura raggiungono addirittura i 5 metri e un tempo il portale d’ingresso alla fortificazione era raggiungibile solo tramite scale oggi scomparse. Sempre all’interno delle cerchie murarie troviamo due cisterne per l’acqua, una chiesa e due casali, il più grande dei quali era residenza del vescovo.
Purtroppo il castello è solo parzialmente visitabile in quanto l’ultima cerchia muraria e la torre sono chiuse al pubblico per pericolo di crolli. Grazie però ai suoi attuali proprietari che ne promuovono il restauro, il Castello di Gressa, sta piano piano ritrovando lo splendore di un tempo.
Castello di Valenzano
Alle porte delle foreste casentinesi, nel comune di Subbiano, sorge il Castello di Valenzano, da secoli vigile sentinella della sottostante vallata. Le origini di questo poderoso e bellissimo castello sono antichissime, addirittura anteriori al X secolo. Il primo nucleo infatti sorse nel tardo periodo della dominazione Longobarda tra la fine del I e l’inizio del X secolo, quando appunto la famiglia dei Longobardi ne dividevano le terre con i monaci camaldolesi dei monasteri del Sasso e di Selvamonda.
Dopo la caduta dei Longobardi e successivamente anche dei Franchi, la storia del Castello di Valenzano si fonde con quella di Arezzo. Con l’avvento del XIII secolo anche questo castello passa sotto il dominio di una delle più potenti e nobili famiglie toscane: gli Ubertini. Nei primi anni del XIV secolo con il passaggio sotto il dominio della famiglia Tarlati vi fu la costruzione della seconda torre.
Negli successivi anni si susseguirono varie proprietà. Il castello oggi divenuto Residenza d’Epoca, ospita un elegante ristorante e stanze dove vi è possibile soggiornare immersi in un’atmosfera fiabesca dal fascino antico e rilassarsi nel grande parco alberato, godendo del silenzio e del meraviglioso panorama che offrono i monti del Pratomagno. Come ci raccontano i millenni di storia, il Castello di Valenzano è sempre stato un luogo molto importante sia per la posizione come punto di vedetta sia per quello che vi si produceva. Si è pensato infatti di riportare in vita almeno in parte quelle che erano le attività agricole della fattoria, essendo presenti ancora il vecchio frantoio e la cantina e di aggiungerne altre come la produzione di conserve varie e prodotti agricoli. Tutto questo perchè non è pensabile che una tradizione antica come quella di questo castello possa essere dimenticata e persa nel corso del tempo.
Castello Fronzola
Fronzola conosciuta anche come Fronzole, era uno dei tanti castelli dei Conti Guidi e sorge proprio sulla cima del colle dell’omonimo borgo. Il Castello seguiva lo stesso schema consolidato di quello di Romena: un cassero con torre e una cinta muraria con altre torri che avevano la funzione di difesa e avvistamento ai quattro punti cardinali.
Nel medioevo la potenza di questo castello era uguale se non maggiore di quello di Poppi ma purtroppo nel 1440 il castello venne raso al suolo dai Fiorentini.
Oggi rimangono soltanto i ruderi in totale abbandono. L’unico edificio che si è decentemente conservato è una chiesa che molto probabilmente inizialmente sorgeva all’interno della cinta muraria. Sotto le mura del mastio si trovano ancora alcune case, anch’esse abbandonate, che formano un tipico borgo medievale. Considerato lo stato del complesso è ovvio che non è possibile visitarlo ma possiamo immaginare la grandezza e la potenza di questo castello come narra anche il detto locale “Quando Fronzola fronzolava Poppi e Bibbiena s’inchinava“.
Castello di Borgo alla Collina
Tra la Valle dell’Arno e la Valle del Solano troviamo il Castello di Borgo alla Collina, anch’esso posto su un colle in posizione panoramica, eretto tra il XI e il XII secolo. Da qui è possibile ammirare tutto il Casentino nella sua imponente bellezza con i suoi monti e le foreste, i castelli e le pievi, tutto si fonde alla perfezione in un equilibrio di colori tra arte storia e natura.
Proprietà di Roberto dei Conti Guidi di Battifolle e di Poppi, venne ceduto in dote con le sue giurisdizioni alla figlia, la contessa Elisabetta moglie di Giovanni di Cante Gabrielli da Gubbio.
Un documento storico del 1392 narra come la contessa Elisabetta pose se stessa e il borgo sotto il controllo della Repubblica Fiorentina con una condizione: avrebbero dovuto cederlo al Comune di Firenze alla sua morte. Nel 1441 infatti, con la morte della contessa, il castello venne ceduto al Comune di Firenze che a sua volta lo donò a Cristoforo Landino come premio per i suoi servigi. I successivi passaggi di proprietà sono molto complessi e oggi il castello ospita l’Accademia Casentinese di Lettere-Arti-Scienze ed Economia. A sud del castello troviamo un arco che, insieme alla Porta Orgi, costituisce una delle due entrate del borgo. Porta Orgi, l’unica rimaste delle quattro presenti in passato, attraverso un percorso campestre, conduce all’Oratorio di Sant’Agata di Orgi che custodisce l’omonimo crocifisso portato in processione durante le feste agresti. La torre del castello che possiamo tutt’oggi ammirare è quella originale, il corpo centrale invece è stato interamente ricostruito dopo la devastazione che subì durante il secondo conflitto mondiale. Al centro del paese, nella Chiesa parrocchiale di San Donato, invece troviamo la tomba monumentale di Cristoforo Landino e lo Sposalizio mistico di Santa Caterina realizzato dal cosiddetto Maestro di Borgo alla Collina.
Castelnuovo
A 10 chilometri da Arezzo, all’imbocco dell’ampia vallata del Casentino si trova Castelnuovo. Anch’esso posto in posizione strategica, domina il piccolo borgo di Castelnuovo di Subbiano ed è considerato la più importante e significativa testimonianza di insediamento castellano della zona. Il castello ebbe vicende storiche molto tormente e nel 1130 venne distrutto da Arezzo nel conflitto contro il potere vescovile e l’abate di Santa Fiora. Furono in seguito i monaci benedettini a ricostruirlo e a dargli il nome di Castelnuovo. Durante le guerre comunali il castello fu conquistato dai fiorentini che lo donarono poi in feudo a Simone della nobile famiglia Della Fioraia quale ricompensa per le attività diplomatiche svolte. La fortificazione è caratterizzata da un’alta e massiccia torre quadrata circondata da un ampio recinto rettangolare. Anche se nel corso degli anni l’intero impianto ha subito innumerevoli modifiche e trasformazioni, la corte interna è quella che mantiene maggiormente immutato l’aspetto medievale seppur con qualche carattere neogotico. Oltre al castello anche la porta, detta ‘Porta Vecchia’, è ben conservata e ai lati sono murati stemmi di nobili famiglie della zona.
Il Castello non è visitabile.
Castello Cattani
Su uno sperone roccioso, tra la Valle dell’Arno e quella del Tevere, sono oggi visibili i ruderi del castello detto ‘del conte Orlando Cattani’. Le origini di questo maniero sono molto antiche, sicuramente prima dell’anno 1000 come si legge in un documento storico del 967, dove l’imperatore Ottone I conferma questo feudo sotto il dominio di Goffredo. Il complesso costruito con grandi blocchi di pietra squadrata e chiara, a differenza della solita pietra più scura degli altri castelli del Casentino, aveva in origine vaste dimensioni e questo ci può far pensare alla potenza della nobile famiglia, i conti Cattani infatti ebbero pieno dominio del castello per ben 4 secoli.
Fu infatti il conte Orlando Cattani, nel 1213 a San Leo, a donare il monte della Verna a Francesco d’Assisi che vi salì per la prima volta l’anno successivo. Oggi dell’antico castello si conservano soltanto le mura perimetrali e la porta di accesso con arco a tutto sesto, l’interno invece si trova in totale stato di abbandono.
A lato dei ruderi del castello, nel centro storico di Chiusi della Verna si trova la Podesteria. il nome dell’edificio deriva da Podestà, che era colui che deteneva la più alta carica civile nel governo di un territorio durante il periodo tardo medievale e primo rinascimentale. L’attuale territorio chiusino venne aggregato sotto un’unica giurisdizione con Caprese Michelangelo, con l’obbligo del Podestà di risiedere alternativamente 6 mesi a Chiusi e 6 mesi a Caprese.
Un secolo più tardi, nel 1474, fu incaricato Podestà di questo territorio il nobile Ludovico Leonardo Buonarroti. E’ proprio in questo periodo di gestione delle podesterie che a Caprese il 6 Marzo del 1475 nacque Michelangelo.
L’artista e la sua famiglia ebbero forti legami con questo territorio e le sue origini si possono ripercorrere attraverso l’itinerario si visita “Michelangelo tra Caprese e Chiusi”.
Castello di Montemignaio
La fortificazione risale al XII secolo e fu edificata dai Conti Guidi, il cui feudo comprendeva tutta la zona.
L’origine del Castello di Montemignaio è fortemente legata al passaggio nella zona dell’antica via romana che collegava Firenze ad Arezzo. L’antico percorso era molto trafficata nel medioevo e questo ha fatto sì che il Castello acquistasse importanza e lo portò a un forte sviluppo data la posizione strategica a strapiombo sulla valle del torrente Fiana. Per tutto il XII secolo tutta l’area viene ricordata fra i domini di conti Guidi che fecero costruire il castello in loco conosciuto all’epoca come ‘Castel Leone’ o ‘Castiglione’ e rimase in loro possesso fino alla rivolta di Castel S. Niccolò.
Nel 1440 gli abitanti si sottomisero al controllo del Comune di Firenze e vennero aggregati alla Podesteria della Montagna Fiorentina.
Tutto il complesso si è mantenuto in eccellente condizioni infatti ancora oggi sono presenti resti della cerchia muraria. A destra dell’antica porta principale d’ingresso nel borgo, svetta ancora il poderoso torrione che fungeva anche da torre campanaria, a sinistra invece troviamo una seconda torre molto probabilmente identica all’altra è oggi notevolmente ridotta in altezza. Le due torri sono collegate da un’imponente cinta muraria nella quale si apre una bellissima porta ad arco a tutto sesto che conduce al cuore del castello. Il nucleo centrale del castello è costituito dai maestosi resti del castello residenza dei conti prima e del Podestà Fiorentino poi e dal cassero di forma quadrata. Subito dietro la mole del cassero c’è ancora l’antica chiesetta del castello.
Il castello, è uno dei migliori esempi di borgo medievale fortificato toscano di montagna.
Castello dei Conti Ubertini a Chitignano
Il Castello dei Conti Ubertini si trova a Chitignano, lungo la strada che da Rassina porta a Chiusi della Verna e l’inizio della sua costruzione risale al X secolo. All’inizio del XIII secolo il maniero apparteneva ai conti di Chiusi e nel 1261 passò ai conti Ubertini e al vescovo di Arezzo Guglielmo Ubertini. Appartenne a questa nobile famiglia, titolare della signoria rurale di Chitignano fino al 1779. Sul finire dell’XI secolo costruirono una consorteria di parenti, affini, vassalli, clienti che dal 1223 permise loro di ampliare i propri domini ai castelli di Lierna (Poppi), Corezzo (Chiusi della Verna), Partina e Serravalle (Bibbiena) ed espandersi nell’aretino a Gargonza (Monte San Savino) e nel fiesolano acquisendo, tra gli altri, signoria sul Castello di Leona (Levane) e su Gaville e Lucolena (Figline Valdarno). Alla metà del XII secolo dominavano anche Montefatucchio (Chiusi della Verna), Gressa, Banzena, Marciano (Bibbiena) ma soprattutto Chitignano. Il castello ha mantenuto la sua struttura varia ed articolata. L’ingresso al complesso avviene tramite un vialetto che conduce a quella che una volta era la piazza d’armi. L’edificio principale, dominato da una grossa torre campanaria, ha come ingresso un bel portone con arco a tutto sesto che immette in una deliziosa corte dalle volte affrescate con stemmi e busti della famiglia Ubertini. Ai piani superiori invece si trovano quelli che erano gli appartamenti signorili, la camera del vescovo, la cappella barocca privata e la stanza delle sentenze.
Oggi Il Castello è considerato “Dimora Storica” di prestigio ed è sotto la protezione del Ministero dei Beni Ambientali e Culturali della Toscana.
Nel suo complesso costituisce un autentico ed esclusivo Borgo medievale.
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