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Andreea & Luca. Da Dicembre 2019 raccontiamo la Toscana attraverso le nostre giratine.

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Borghi Toscana

Visitare la Certosa di Pontignano: un’oasi nascosta tra le colline del Chianti

Se c’è un luogo in Toscana dove il tempo sembra davvero essersi fermato, quello è la Certosa di Pontignano. Poco fuori Siena, in una delle zone più scenografiche del Chianti, tra vigne, oliveti e dolci colline, si nasconde questo antico complesso monastico, oggi residenza universitaria e location per eventi, ma ancora carico di spiritualità, bellezza e storia.

Visitare la Certosa di Pontignano è un po’ come entrare in una bolla di silenzio, dove la natura e l’architettura parlano a voce bassa, ma decisa. È un posto perfetto se cerchi una gita fuori porta nei dintorni di Siena, o se vuoi immergerti nella quiete di un Chianti meno turistico e più autentico.

Il territorio: tra Chianti e Crete Senesi

Siamo nel comune di Castelnuovo Berardenga, in quella Toscana che vive tra due anime: da una parte i vigneti ordinati del Chianti Classico, dall’altra le colline spoglie e ondulate delle Crete Senesi. Una terra di contrasti, ma anche di grande armonia, dove pievi, castelli e ville storiche punteggiano il paesaggio come ricami su una coperta antica.

Il paesaggio qui è così suggestivo che gli è stato persino dedicato un museo. E la Certosa di Pontignano ne è uno degli angoli più affascinanti. Non è un luogo qualunque: è una delle tre certose storiche sorte in Toscana tra Trecento e Quattrocento, ma è l’unica a conservare ancora oggi il suo impianto originario da convento certosino.

Le origini: da Bindo di Falcone ai certosini

Tutto comincia nel 1341, quando Bindo di Falcone, un ricco mercante senese legato alla corte papale, decide di donare terre e beni nel piccolo borgo di Pontignano a un monaco certosino, frate Amerigo. L’idea? Fondare un monastero da intitolare a San Pietro.

Bindo non era nuovo a questo tipo di iniziative: già in passato aveva seguito la costruzione della Certosa di Maggiano, e per Pontignano si fece promotore di un progetto ambizioso. Ottenne dal Vescovo di Siena l’autorizzazione a costruire un monastero completo di chiesa, chiostri, celle, spazi per i conversi e per i servizi. Dodici padri certosini, tre conversi e alcuni servi avrebbero dovuto abitare il complesso.

Ma convincere i monaci a trasferirsi a Pontignano non fu semplice. Alla fine, per smuovere le acque, Bindo pagò a Papa Clemente VI una generosa indulgenza: chi avesse vissuto e fosse morto lì, avrebbe goduto di importanti benefici spirituali. Alla fine, dieci monaci accettarono la sfida, e la Certosa cominciò davvero a prendere vita.

Un monastero tra pace e battaglie

La Certosa di Pontignano nacque in una zona di confine, tra il territorio senese e quello fiorentino. Non era raro che mercenari e bande armate saccheggiassero le campagne, e per questo nel 1385 lo Stato di Siena fece costruire una cinta muraria attorno al monastero.

Fu anche l’anno in cui divenne priore Stefano Maconi, allievo di Santa Caterina da Siena. A lui si deve l’arrivo nella Certosa di una preziosa reliquia della santa: l’anulare, custodito in una cappella affrescata successivamente dal pittore Giuseppe Nicola Nasini.

Nonostante le difese, la Certosa subì più volte devastazioni: nel 1449 fu assalita da una banda fiorentina, durante la Congiura dei Pazzi venne incendiata, e nel 1554 fu saccheggiata dalle truppe imperiali tedesche e spagnole. Ogni volta però è stata ricostruita, rinascendo con rinnovata bellezza.

Rinascita e armonia rinascimentale

Il vero sviluppo architettonico si ha tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento. I segni del Rinascimento si vedono soprattutto nel chiostro grande: una pianta quadrata, con volte a vela, colonne eleganti e capitelli ionici, che esprimono un senso di equilibrio e sobrietà perfettamente in linea con lo spirito certosino.

Altri interventi si susseguono nei secoli successivi. Tra Seicento e Settecento nascono il “Cappellone”, frutto della fusione di sei cappelle preesistenti, e la Cappella di Sant’Agnese, edificata nel 1703. La chiesa principale, invece, conserva ancora alcuni elementi trecenteschi, come lo spessore delle mura e le arcate.

Il tutto si integra perfettamente nel paesaggio: non c’è frattura tra interno ed esterno, tra natura e architettura. I colli del Chianti abbracciano la Certosa, e la campagna penetra nei chiostri, trasformandosi in giardini all’italiana con limonaie e geometrie di piante.

I grandi artisti della Certosa

La decorazione artistica della Certosa è un vero scrigno. Tra i protagonisti c’è Bernardino Poccetti, pittore fiorentino della Controriforma, autore degli affreschi con le storie di San Brunone e San Pietro, della grande “Ultima Cena” nel refettorio (1596) e del “Samaritano al pozzo” in una delle celle.

Le sue opere si affiancano a quelle di altri artisti come Orazio Porta, Stefano Cassini e alcuni pittori senesi influenzati dallo stile di Francesco Vanni e Alessandro Casolani. A livello ligneo, spicca il coro realizzato da Domenico Atticciati, uno dei migliori ebanisti dell’epoca.

Declino, rinascita e nuova vita

Alla fine del Settecento, con le soppressioni religiose volute dal Granduca Pietro Leopoldo prima e da Napoleone poi, i monaci abbandonarono la Certosa. Dopo un breve passaggio ai camaldolesi, l’intero complesso fu venduto a privati: prima i Masotti, poi i Cecchini, quindi i Sergardi.

Nel 1939 fu acquistata dalla “Società Certosa di Pontignano”, di cui faceva parte il professor Mario Bracci, futuro giudice costituzionale, che ne curò il restauro del piccolo chiostro e della villa. Durante la Seconda guerra mondiale, la Certosa divenne rifugio per ebrei e perseguitati politici. Una pagina poco nota, ma profondamente toccante della sua storia.

Nel 1959 fu infine acquistata dall’Università di Siena, che la trasformò in residenza universitaria e centro congressi. Ancora oggi, studenti, studiosi e visitatori da tutto il mondo vi trovano accoglienza, ispirazione e quiete.

Visitare la Certosa di Pontignano

Passeggiare all’interno della Certosa di Pontignano è un’esperienza che va vissuta senza fretta. Si entra da un grande portale, e subito si respira un’atmosfera di silenzio e raccoglimento. I chiostri, con i loro archi eleganti e i pozzi antichi, invitano alla sosta e alla contemplazione.

Il chiostro grande, circondato da un porticato ad archi e affacciato su un prato verdissimo, è il cuore del complesso. Qui si organizzano anche eventi, matrimoni e cene esclusive nella cantina storica. C’è persino un antico forno, perfettamente conservato.

Il chiostro piccolo, invece, è più raccolto e intimo, e ti trasporta direttamente nella vita dei monaci certosini. Qui il tempo si misura in passi lenti, in ombre e luci che cambiano durante la giornata.

Non perderti il giardino all’italiana: un piccolo capolavoro di equilibrio e simmetria, con aiuole ben curate, una limonaia storica e piante ornamentali che dialogano perfettamente con l’architettura.

E poi, naturalmente, c’è la chiesa, con la sua volta affrescata, i dipinti del Poccetti, il coro ligneo, le cappelle laterali. Un luogo che sa parlare anche a chi non è credente, semplicemente per la bellezza e l’armonia che trasmette.

Costi

  • Adulti (+ 16) con VISITA guidata = 15.00 €
  • Adulti (+ 16)con VISITA guidata + APERITIVO  (solo per il turno dove previsto) = 20.00 €
  • Bambini (- 16) con VISITA guidata + APERITIVO (solo per il turno dove previsto) = 5.00 €

GRATUITO

  • 0-16 (se accompagnati – NO gruppi, gite o scolaresche)
  • Guide turistiche nell’esercizio della propria attività munite di tesserino (NON visite private)
  • I visitatori con disabilità con invalidità certificata superiore al 74%.In caso di non autosufficienza, la gratuità è estesa anche ad un accompagnatore.

Maggiori info: clicca qua

Un gioiello nel Chianti più autentico

La Certosa di Pontignano non è solo un monumento: è un’esperienza. È un luogo dove l’uomo, la fede e la natura hanno convissuto per secoli in equilibrio. Dove le ferite del tempo non hanno distrutto, ma aggiunto strati di significato. Dove puoi ancora sederti sotto un arco, ascoltare il vento tra le vigne, e sentirti parte di qualcosa di più grande.

Se stai viaggiando tra Siena e il Chianti e vuoi scoprire un angolo nascosto e autentico, metti la Certosa di Pontignano in cima alla lista. Magari abbinandola a una degustazione in una delle tante cantine dei dintorni, o a una passeggiata tra le colline.

La Toscana è fatta di luoghi così: silenziosi, ma capaci di parlare al cuore.

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